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In Italia la città del cinema è Roma, sede di festival, conferenze e degli studi di Cinecittà. Ma storicamente Torino ha importanza cinematografica forse anche maggiore e il Museo del Cinema, uno dei musei più visitati d’Italia, è il perfetto punto di partenza per un viaggio negli albori del cinema.

Proprio nel Museo del Cinema (via Montebello 20) oltre ai manifesti della mostra Hecho en Cuba (fino al 29 agosto) è esposta una collezione che grazie anche a donazioni e mirate acquisizioni conta 530.000 esemplari, tra manifesti, locandine e materiali promozionali vari realizzati per il lancio dei film. Dalle prime forme di spettacolo pre cinematografico fino ai manifesti delle produzioni cinematografiche dei giorni nostri, la collezione documenta la storia della settima arte e insieme della cartellonistica cinematografica. Tra i manifesti più preziosi che il Museo conserva ci sono quelli dedicati alla fotografia e agli spettacoli antesignani del cinema: circa 40 esemplari litografici tra cui spiccano Blanc et Noire, Pantomimes, Lumineuses, celeberrimi esempi di affissi ideati dal maestro Jules Chéret, uno dei padri della litografia francese.La parte più consistente dell’intera collezione è quella dedicata al cinema sonoro. Attraverso il tratto pittorico di grandi disegnatori sono ampiamente documentate le principali pellicole di Hollywood: “Viale del tramonto” e “Quarto potere” di Brini, “La signora di Shanghai” e “Ombre rosse” di Ballester, “Casablanca” e “Il grande sonno” di Martinati, “Luci della ribalta” e “Cantando sotto la pioggia” di Nano, “Gilda” di Capitani, sono solo alcuni esempi di capolavori del cinema e nello stesso tempo della grafica.
Accanto al cinema hollywoodiano anche quello francese, inglese, spagnolo, svedese, giapponese, e naturalmente quello italiano. I grandi registi del cinema nazionale sono infatti rappresentati in maniera cospicua e tra i manifesti esposti quelli di tutti i grandi film della storia del cinema italiano, da “Roma città aperta” a “La ciociara”, “Riso amaro”, “La dolce vita”, “Blow up”, “Ultimo tango a Parigi”, “Ossessione”, “Il gattopardo”, “Accattone” e “Mamma Roma” solo per citarne alcuni.
A due passi dal Museo del Cinema c’è Cinefolies (Via Rossini 24), il negozio punto di riferimento per l’acquisto di poster, locandine, riviste con copertine d'autore e memorabilia raccolte dal 1910 ad oggi.Vale un giro, anche solo per dieci minuti di magia.
In via Verdi 16, presso il Centro di Produzione della RAI, è interessante visitare il Museo della Radio e della Televisione, un museo che raccoglie circa 1200 tra cimeli, materiali e apparati tecnico-professionali e di uso domestico. La nascita RAI è strettamente legata a Torino infatti 27 agosto 1924 nacque proprio in città l'Unione Radiofonica Italiana (che si evolverà poi in Rai). Il materiale esposto è suddiviso secondo un percorso cronologico, dal telegrafo alla TV  Digitale, che mira ad evidenziare l’evoluzione delle varie aree della comunicazione (radio, TV, registrazione, telefonia) a partire dall’800 fino alla “convergenza” attualmente in atto resa possibile dalla rivoluzione digitale.
 L’unicità della collezione risiede nel suo essere collezione RAI, strettamente collegata al patrimonio degli archivi e della storia aziendale, e come tale collegata alla storia sociale e all’evoluzione tecnologica del Paese.
Altro importante luogo di testimonianza storica e l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (Via del Carmine 13, sempre in zona centro città).
Il museo, nato nel 1966 da un’idea Paolo Gobetti e con il sostegno di Ferruccio Parri, raccoglie e conserva le pellicole cinematografiche girate durante la Resistenza e quelle concernenti la guerra partigiana, i regimi fascista e nazista, l´antifascismo, la deportazione in Italia e in Europa; raccoglie le testimonianze filmate di protagonisti del '900, in particolare relativi alla memoria degli anni fra le due guerre mondiali, della guerra e della lotta partigiana e del secondo dopoguerra;
Completa il Museo la biblioteca dell´Ancr, i titoli in catalogo sono attualmente circa 11.000 oltre l’emeroteca con oltre 2200 testate di periodici; la raccolta di manifesti con oltre 12.400 pezzi di cinema e politici; una collezione di 600 scatole di ritagli, press-book, opuscoli d’epoca; la fototeca con 20.000 foto positive e negative di cinema e di storia;
Allargare il nostro sguardo al di fuori della città ci permette di incontrare il Museo della Pubblicità presso il Castello di Rivoli, (sede anche del Museo d’arte contemporanea- Piazza Mafalda di Savoia-Rivoli).
La collezione raccoglie oltre 2000 manifesti e bozzetti originali, dagli anni ’30 agli anni ’80, che rappresentano una preziosa testimonianza artistica e culturale della produzione italiana. Oltre ai celebri Caroselli, il materiale audiovisivo della collezione comprende, spot per il cinema e la televisione tra cui la raccolta completa dei film pubblicitari premiati ai Festival Internazionali di Cannes e Venezia dal 1954.
A oggi il Museo della Pubblicità ha raccolto circa 30.000 campagne tra spot televisivi, pubblicità stampa e affissioni che rappresentano il periodo dai primi anni Cinquanta sino ai giorni nostri. Nella selezione sono compresi circa 2.000 Carosello, con i personaggi che hanno contribuito a creare l’immaginario collettivo italiano dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Fra questi lo storico spot Martini & Rossi (“düra minga”…) per la neonata televisione italiana, Paolo Panelli nelle vesti di Ercolino per gli spot della Crema Bel Paese Galbani o le réclame del Caffè Paulista di Armando Testa  con Caballero e Carmencita.
Nel campo delle affissioni, è disponibile la serie completa delle campagne Benetton “United Colors”, molte delle quali firmate da Oliviero Toscani e tutte le campagne e iniziative di comunicazione - quali il progetto Look of the City – per i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006.
Imboccata la tangenziale verso le colline dell’astigiano tappa da non perdere è il Visitor Centre Martini di Pessione (uscita Santena della tangenziale sud) che rappresenta il "polo culturale " del Gruppo Bacardi-Martini. Si tratta infatti di un vero e proprio sistema integrato, costituito dal Museo Martini di Storia dell'Enologia,
dalla Galleria Mondo Martini e Archivio Storico Martini & Rossi.
Mondo Martini, inaugurato nel 2005 e collocata in uno spazio di 500 metri quadrati, rappresenta il complemento ideale dell'adiacente museo enologico.
Si tratta di un’esposizione che mette in scena immagini e documenti d'archivio, raccontando gli uomini, le passioni e i progetti che hanno contrassegnato l'affermarsi del marchio Martini nel mondo: un itinerario multimediale che permette di vivere una coinvolgente esperienza interattiva ripercorrendo oltre un secolo e mezzo di storia. Particolare menzione merita la sezione dedicata alle molteplici attività di comunicazione intraprese dall'azienda dalla seconda metà dell'800 fino ai giorni nostri, che hanno fatto la storia della pubblicità.

Link alla mostra "Hecho en Cuba"
Link a speciale "L'arte come mezzo pubblicitario"