Fino al 21 settembre prosegue a CAMERA -Centro Italiano per la Fotografia di Torino- una grande mostra inedita che celebra in Italia il fotografo Alfred Eisenstaedt.
Celeberrima la sua fotografia V-J Day, del 14 agosto 1945 a Times Square, in cui un marinaio bacia un’igienista dentale in mezzo a una folla festante a New York, al termine della Seconda Guerra Mondiale
Eisenstaedt è stato uno dei principali fotografi della rivista “Life”, per la quale ha raccontato il mondo e la sua contemporaneità attraverso uno sguardo divertito e indagatore. «Quando scatto una fotografia » affermava Alfred Eisenstaedt « cerco di catturare non solo l’immagine di una persona o di un evento, ma anche l’essenza di quel momento».
A trent’anni dalla sua morte e a ottanta dalla realizzazione del celebre scatto, l’esposizione curata da Monica Poggi presenta una selezione di 170 immagini, molte delle quali mai esposte, a partire dai primi scatti nella Germania degli anni Trenta, dove realizzò le inquietanti fotografie ai gerarchi nazisti, tra cui quella celeberrima a Joseph Goebbels del 1933 e quelle del primo storico incontro fra Mussolini e Hitler a Venezia nel 1934.
Nel 1935, per fuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt emigra negli Stati Uniti e nel 1936 inizia a collaborare con la celebre rivista americana “Life” per la quale firmerà alcuni dei suoi servizi più conosciuti. Maturato nella grande tradizione giornalistica del vecchio continente, il suo stile muta progressivamente, passando alla documentazione del veloce progresso della società americana. Abbandona la fotografia pittorica per dare spazio alla società in fermento, osservata con sguardo disincantato: i suoi scatti diventano così dinamici, mossi, con dettagli fuori fuoco e con protagonisti provenienti dalle strade di New York. Nell’arco della sua lunga carriera nella redazione di “Life”, Eisenstaedt pubblica più di 2500 servizi e oltre 90 copertine, ma la sua foto più nota rimane quella del V-J Day in Times Square.
Dopo la guerra Eisenstaedt torna spesso in Europa, fotografando in particolare l’Italia e la Francia. Nel 1947 , in Italia, ritrae i profondi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese. Al posto dei monumenti e dei luoghi storici dei primi reportages ora le pubblicità e i cartelloni stradali riempiono lo spazio dell’immagine, mostrando una società avviata a una nuova stagione di benessere economico. Nel 1963 visita nuovamente Parigi ma, invece di ritrarre l’eleganza e l’opulenza dell’aristocrazia, si concentra sui volti della gente comune, cogliendo nei suoi scatti i passanti e i frequentatori dei mercati.
In mostra si trova anche una sezione dedicata ai ritratti di personaggi famosi realizzati fin dai primi anni di carriera, con leader politici e celebrità che hanno segnato il secolo. Fra queste troviamo Sophia Loren, il cui scatto in lingerie, apparso sulla copertina di “Life” nel 1966, suscitò scandalo o quelle di Maria Telkes, Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer, che ci offrono il suo sguardo su alcune delle menti più brillanti del Novecento. Anche in questo contesto emerge l’evoluzione umana delle figure ritratte: Oppenheimer, in particolare, è ritratto per la prima volta nel 1947 con sguardo spavaldo e poi ancora nel 1963, questa volta con l’espressione stravolta dal peso delle conseguenze delle sue ricerche.
La mostra – la prima in Italia dal 1984 – ripercorre tutto l’arco della sua carriera, passando dalla vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico, al Giappone post-nucleare, fino alle ultime opere realizzate negli anni Ottanta e rivela tutte le sfaccettature della sua opera: non uno ma tanti Alfred Eisenstaedt.
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino
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Orari di apertura
Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura
I giovedì di agosto il Centro seguirà il seguente orario 11.00-19.00.
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì 11.00 - 19.00
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00 (orario di giugno, luglio e settembre)
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
nela foto in alto, il celebre scatto V-J Day in Times Square
qui sotto, Joseph Goebbels nel 1933 e una immagine della mostra