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Una delle numerose anime di Torino è senza dubbio ben rappresentata da Carol Rama. Un’anima capace di guardare sotto le apparenze e di raccontare attraverso le proprie tele una Torino difficile, dove i ricordi possono convivere con la modernità. Scoprire la “geografia urbana” dei luoghi a lei legati, tra il centro e il quartiere Vanchiglia, può così trasformarsi in un’esperienza per conoscere “altre Torino”.

La prima imprescindibile tappa è Casa Rama in via Napione 15, affascinante strada che costeggia il Po e s’affaccia sulla collina, dove la pittrice ha vissuto sino alla sua scomparsa nel 2015. L’appartamento, in procinto di diventare casa-museo aperta al pubblico, svela in ogni angolo la vita della pittrice. Ambienti che rappresentavano il suo mondo, dove viveva e lavorava da sola. Arredamenti e suppellettili ridotte “all’osso” quelle presenti, ma che celano racconti e tesori artistici immaginabili. Basti pensare al fornelletto a gas da campeggio - la sua massima attrezzatura da cucina – arricchito da una vita da un semplice foglietto. Autografato da Andy Warhol. Tutto in questa casa è parte stessa del genio di quell’artista, dalla collezione di scarpe capricciose e irripetibili, alle foto con Liza Minnelli, Meret Oppenheim, dai regali di Duchamp al porta-pennelli che appartenne a Picasso.  
Sempre in via Napione, al civico 2, è ubicata un’altra celebre casa museo, Casa Mollino, dedicata al famoso architetto che era solito frequentare Carol Rama.  Carlo Mollino (Torino, 1905-1973), architetto, designer, scenografo, fotografo, scrittore, pilota di aerei e di auto da corsa, è una delle personalità più geniali e stravaganti, e al tempo stesso uno degli artisti più completi, del XX secolo. La sua Casa-Museo a Torino, dove non ha mai abitato e alla quale ha lavorato dal ’60 al ‘68, è nata come risultato di una delle sue tante passioni: l’occultismo. Questo luogo divenne il suo spazio segreto, la sua piramide privata da ammobiliare secondo i suoi gusti e il suo credo estetico. Non fotografò né parlò mai della sua casa. Una delle stanze lo avrebbe accolto al momento del trapasso e Mollino l’arredò per questo scopo: ispirandosi alla cerimonia funebre degli antichi egizi in cui la salma del morto viene trasportata su una barca fino ad una città opulenta dove trascorrere la sua esistenza nell’aldilà.
Poco distante, in via Mazzini è presente un’ulteriore “dimora” museo quella di Felice Casorati. In quest’abitazione, luogo delle visite di Carol Rama, hanno vissuto e lavorato Felice Casorati e la moglie Daphne Maugham. Oggi l’appartamento custodisce il patrimonio artistico della famiglia, tra centinaia di quadri alle pareti o depositati nelle stanze e decine di oggetti personali, libri, ricordi. È ancora presente la tavolozza dei colori utilizzata da Casorati per il suo ultimo dipinto, “Tre uccelli e quattro pesci”. Così come i pigmenti gialli dentro minuscoli contenitori di vetro del padre, e ancora la scatola di pastelli di Daphne, e dipinti come “L’attesa” e “Tiro al bersaglio”.

Link mostra: La passione di Carol Rama in mostra a Torino