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La magia del reale

Una raffinata mostra, visitabile anche online in una viewing room della galleria Berardi di Roma, presenta il percorso artistico di Bruno Croatto, artista allineato alla sensibilità del Realismo magico, ispirato dagli antichi maestri fino a giungere a una perfezione stilistica inconfondibile. Di grande eleganza le nature morte dai tratti iperrealistici e i sofisticati ritratti.

Bruno Croatto nacque a Trieste nel 1875 e morì a Roma nel 1948. La mostra parte dalle prime opere note, come “Il ritratto della madre dormiente” del 1904, influenzato dalle opere del norvegese Munch, quindi il suo accostarsi alla tecnica dell’incisione, che lo affascina  talmente che si narra che Croatto si fosse costruito un torchio con le sue mani, a Orvieto, dove era andato a risiedere dal 1908. Sono anni cruciali per la crescita della sua maturità artistica: da ricordare le visioni notturne di Venezia e a Roma nel 1912 le incisioni illuminate dalla luce elettrica, come “Piazza di notte in carrozza”.

Ma è negli anni successivi alla Grande guerra che la sua arte raggiunge la piena maturità con i ritratti e le nature morte. Come dice nella presentazione della mostra Teresa Sacchi Lodispoto, Croatto vuole "cogliere l’essenza del dato fenomenico per creare immagini iperoggettive in cui la realtà sia trasfigurata in una atmosfera magica e sospesa". L’artista si può iscrivere alla corrente del realismo magico ispirato alla pittura dei grandi maestri del Trecento e Quattrocento italiano. Ne sono un esempio dipinti come “La tuberosa“ (1932) o “Un jeu des cartes“ (1928). Sua moglie Ester Igea Finzi, spostata nel 1919, donna di grande fascino ed eleganza, diventa la sua musa ispiratrice e protagonista di molti ritratti (come “Ritratto di Igea con kimono” del 1920 o “Ritratto di Igea“ del 1937, avvolta in un grande scialle, che ricorda una vestale classica). Importanti e raffinati anche i suoi autoritratti, dalle reminiscenze rinascimentali, con le sue mani atteggiate e protagoniste.

Dal 1925 il maestro prende studio a Roma, ma resta appartato dai luoghi del potere politico ed artistico. Nonostante questo, i suoi dipinti son assai ricercati: in mostra si possono ammirare quello di Ernesto Franco (1932), direttore generale del Ministero dell’Educazione Nazionale, su un terrazzo con sfondo marino alle spalle, o quello del gemmologo Francesco Cimmino (1945) con gli strumenti del suo lavoro. E poi signore eleganti, bambini e ragazzi . Spiccano nei ritratti di signore la cura nel dipingere le stoffe, i velluti,  le sete, le pellicce (come nel “Ritratto  femminile con ventaglio e leone cinese” o nel  “Ritratto femminile con scialle bianco” o ancora in  “Mascherina “ del 1939). Le nature morte fanno intravedere gli eleganti interni delle case borghesi romane dell’epoca (“Natura morta con mele e ceramica”, 1930) impreziosite da cineserie (“Natura morta con Budda e melograni”, 1944) e vasi di Murano. Dice Teresa Sacchi Lodispoto"solo, nel suo studio, Croatto cura l’animo continuando a narrare il suo mondo di magica bellezza… un antidoto agli orrori, alle sofferenze dei giorni oscuri della guerra”. Muore il 6 settembre 1948.

(nella foto: Bruno Croatto, natura morta “Un jeu de cartes“, 1928)

Il video https://www.youtube.com/watch?v=zBztOu2IdwM&t=7s

VIEWING ROOM - MAGGIO 2021
mostra BRUNO CROATTO (1875-1948): La magia del reale

Per contatti: Berardi Galleria d'Arte - www.berardiarte.it

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Corso del Rinascimento 9, 00186 Roma