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[progetto a cura di Elisa Tosoni] La galleria Alberto Peola ha il piacere di presentare la prima personale in una galleria privata dell’artista Eva Frapiccini. Per l’intera durata di Museo Caneira | la fisica del possibile, la galleria si trasforma completamente in un museo monografico dedicato alla figura di Aleksander Prus Caneira, scienziato nato a Barcellona nel 1928 e scomparso in circostanze misteriose a Torino nel 1992.

L’ingresso della galleria diventa la reception di un museo, con a disposizione testi informativi - cartacei e in supporto digitale - sulla fondazione fortemente voluta dalla famiglia Caneira. Le sale ospitano una collezione di singolari ciondoli porta-ritratto contenenti fotografie o disegni di ciò che il fisico definiva porte dell’inconscio, oltre a una serie di lettere, diari, annotazioni e riviste scientifiche, volti a presentare la sua ricerca sui tunnel spazio-temporali, l’invisibile e la relazione con l’inconscio junghiano. Gli oggetti e i reperti presenti in mostra rappresentano i pochi materiali sopravvissuti a un incendio doloso scoppiato nello studio dello scienziato nel 1992.

Ricerca e vita dello studioso si intrecciano in un breve documentario attraverso immagini d’archivio, scene di vita familiare e testimonianze di collaboratori e allievi. Fisico teorico specializzato in quantistica e cosmica, antropologo e saggista, fondatore ed editore della rivista scientifica Source, figura tanto geniale quanto tormentata, Aleksander Prus Caneira studiò tra Zurigo e Princeton e contribuì alle ricerche dei suoi illustri insegnanti Wolfgang Pauli, Eugene Wigner e John Archibald Wheeler. Fu amico e collaboratore del fisico Hugh Everett III, della psicologa junghiana Marie-Louise Von Franz e intrattenne una fitta corrispondenza epistolare con lo scrittore Jorge Luis Borges. Insegnò presso le università di Princeton, Zurigo e infine a Torino, dove tra il ‘65 e il ‘76 fu anche attivo come ricercatore nelle squadre del Centro di Fisica Cosmica e del CNR. Le sue teorie sulle porte dell’inconscio e sui portali sospesi, malviste dalle alte cattedre internazionali, lo portarono a discostarsi gradualmente dagli ambienti accademici, fino al definitivo ritiro dall’insegnamento nel ‘76. Sin dalla morte del padre nel ’53, Caneira aveva ampliato il raggio dei propri studi sull’invisibile, cercando non solo di rispondere ai quesiti tipici della fisica quantistica e cosmica, ma anche di trovare un nesso tra spazio-tempo e sogni, archetipi, e il passaggio tra la vita e la morte, attraverso l’antropologia e le ricerche sul campo. Applicando con originalità a tali fenomeni il concetto di sincronicità di Jung - Pauli, la teoria dei mondi paralleli di Everett III e la geometro-dinamica di Wheeler, nel 1987, sotto lo pseudonimo Alek Arencia, giunse alla pubblicazione del saggio di successo Una vita nell'aldilà. Museo Caneira | la fisica del possibile propone una meta-realtà, una mostra reale che ospita uno spazio fisico e psicologico da cui il visitatore uscirà inconsapevolmente ingannato, non sapendo, a meno che non decida di verificarne approfonditamente le fonti - o si imbatta in questo comunicato stampa, diffuso solo digitalmente – che il museo stesso è dedicato a un personaggio mai esistito, la cui storia è però solidamente ancorata nella storia della scienza e della cultura del Novecento. Dalla fantasia dell’artista, in una scrittura spesso a quattro mani con la curatrice, nascono e prendono vita non solo Aleksander Prus Caneira uomo e scienziato, ma tutti quei personaggi ed elementi che ne determinano la natura, il carattere, e ne influenzano le ricerche. Così facendo, Frapiccini opera una forte critica non solo nei confronti delle logiche di storicizzazione, inserendovi un personaggio che potrebbe essere esistito ed effettivamente “dimenticato”, ma mira anche – come già in Stanza, 2010 – a mettere in discussione l’attendibilità delle fonti, il nostro modo di relazionarci con la Storia della nostra cultura, e cosa possa essere effettivamente considerato auctoritas. Museo Caneira | la fisica del possibile, per il suo essere fiction e non Storia, o attualità, è un lavoro che solo in apparenza si discosta dall’oeuvre dell’artista, che è sempre stata caratterizzata da una lettura poetica dei luoghi e delle loro profonde connessioni con la Storia e i piccoli o grandi drammi della società e del quotidiano. Le fotografie incastonate nei ciondoli porta-ritratti di Museo Caneira sono porte dell’inconscio, proprio come i luoghi degli attentati ritratti in Muri di Piombo, 2005-2007: sono spazi sincroni, in cui l’artista, seguendo regole scientifiche per la definizione delle coordinate spazio-tempo, ritrae il punto di passaggio, di accesso a un aldilà che non necessariamente significa morte. Il portale è spesso un luogo reale che allude a uno spazio simbolico, dove l’uomo può, nonostante tutto, ritagliarsi un mondo diverso e una vita normale – come in Container Sweet Container (2009) e 106 Statale Ionica (con Filippo Romano, 2008-2010) – e sognare ed entrare maggiormente in contatto con se stesso – come in Weaned/Svezzati (2011).

Elisa Tosoni Inaugurazione: giovedì 22 settembre 2011 dalle ore 19.00 alle ore 21.00

Durata: da venerdì 23 settembre a sabato 12 novembre 2011

Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 mattino su appuntamento

Galleria Alberto Peola Via della Rocca 29 - 10123 Torino (Italia) tel 0118124460 fax 01119791942

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www.albertopeola.com