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Il lavoro artistico di Anawana Haloba si basa su installazioni video-audio e sull’impiego del proprio corpo come mezzo performativo. Le opere di Haloba esplorano le posizioni e relazioni delle diverse comunità all'interno di differenti contesti politici, socio-economici e culturali. In occasione della sua prima personale in Italia dal titolo "My Lips Are Sealed", l’artista norvegese presenta due nuove opere e una grande installazione video del 2008.

Quest’ultimo progetto intitolato "When the Private Became Public" è stato presentato alla 16° Biennale di Sidney e commissionato dalla curatrice dell’evento, Carolyn Christov-Barkagiev. Il lavoro è un film realizzato con cinque protagoniste femminili provenienti da contesti culturali diversi e ambientato nello scenario dell’arido deserto australiano. L'opera, ispirata da una serie di eventi rivoluzionari che hanno portato le donne a valicare la dimensione privata per entrare a far parte della sfera pubblica che tradizionalmente è loro preclusa offre, attraverso le immagini e la gestualità viscerale rappresentata, uno spunto e una riflessione sulle ideologie pre-femministe, lasciando aperto un riferimento diretto sulla situazione contemporanea. Le due nuove opere sono "The Oracle" e "Say It As It Is". "The Oracle" è una grande installazione performativa site-specific allestita come sala di consulenza all'interno dell'ambiente domestico che riproduce i tratti e la tipologia abitativa di una favela. Il lavoro approfondisce le tematiche e le dinamiche del mondo in via di sviluppo, offrendosi al contempo come strumento di previsione e occasione risolutiva del futuro socio-economico mondiale, tramite l'assistenza di un oracolo al quale le persone decidono di rivolgersi.Il secondo nuovo progetto "Say it as it is" è una performance in cui gli interpreti raccontano nuovamente (riscrivono) le percezioni suscitate dalla colonizzazione, in particolare nel mondo occidentale.Tra le precedenti opere di Haloba figura Lamentations (2006-08) in cui l'artista traccia con la propria lingua delle mappe su una superficie ricoperta di sale come gesto che intende rappresentare le barriere culturali e le difficoltà linguistiche nell'esperienza degli immigrati. In Road Map (2007), un'installazione scultorea/sonora interattiva esibita all’8° Biennale di Sharjah, Haloba esplora il panorama politico del Medio Oriente all'apice della guerra dagli esiti catastrofici in Iraq, la continua instabilità delle relazioni fra Israele e la Palestina e la frattura delle relazioni tra Afghanistan e Pakistan. The Greater G8 AD MARKET (GG8) esibita alla 53° Biennale di Venezia è un'installazione scultorea/sonora interattiva che fa da bancarella del mercato promozionale per i prodotti dei cosiddetti membri del GG8 fittizi creati dall'artista. Il progetto segue la logica e i desideri di uno scenario politico dalla dimensione onirica, nel quale Haloba riscrive le regole economico-finanziarie di scambio offrendo prodotti di commercio equo e solidale del Terzo Mondo impregnati di un senso di futilità. L'opera riflette sul percorso di Haloba nel suo complesso e si offre come spunto di critica politica da una prospettiva personale, assumendo anche un tono satirico nei confronti dei diritti illegittimi dei leader mondiali e delle loro politiche antidemocratiche.