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Se ne sentiva la mancanza, era nell’aria, un pensiero più o meno latente serpeggiava nella memoria dell’underground artistico romano. E siccome ogni tanto – raramente – i desideri diventano realtà, eccolo: il collettivo artistico Lilly & The Noise torna a far rumore (appunto), a scombussolarci la mente con la sua eclettica mistione di forme e colori.

Astrattismo, illustrazione, grafica, propulsioni e tecniche differenti si scontrano senza urtarsi, ogni creazione segue l’istinto del suo artista e allo stesso tempo si combina in un’esigenza comune: liberare la mente dalle paranoie sbattendocele in faccia. È un po’ una seduta psicanalitica, le opere fanno come le macchie d’inchiostro che il dottore impettito del thriller americano mostra al suo paziente più o meno psicotico. Diciamolo, paranoici o psicotici lo siamo un pochino tutti, dunque  lasciamo che sia l’arte a scandire le visioni della mente.

Gianni Lancelotti, Luigi Alieni, Valerio Pierbattista, Valentina Zummo, Marco “About” Bevivino: artisti legati da amicizia e collaborazione riescono a portare avanti un progetto comune senza perdere la propria individualità. Cromatismo acceso, linee asciutte e spettrali, onde e movimento, figure inquiete uscite da incubi di infanzie perdute, messaggi incisivi e sperimentazione: questi gli ingredienti di una ricetta ricca, gustosa, piccante.  E quest’anno il collettivo ospita una new entry: Stella Venturo, in arte “Littlepoints” (oh, un’altra donna!) che porta una ventata di sano sarcasmo dark.

Ancora nella cornice perfettamente a tono dell’Hula Hop Club, Togaci ripropone una delle sue esperienze artistiche più riuscite, per i fan delle edizioni passate e per chi invece è ancora digiuno di innovazione artistica metropolitana.

Apriranno la serata LIV THE KID e Hellspite  special guest Daniele Mancini

dal 20 maggio al 1 maggio

Hula Hop Club
via L.F.De Magistris 91/93
zona Pigneto
RomaORE20:00

Lilly & The Noise Collective

a cura di Togaci

 

 

Livthekid è il progetto acustico, chitarra e voce, di un giovane artista romano. Attivo dal 2005, porta con sé un fagotto di canzoni minimali suonate con il cuore e cantate in inglese. Facendo capolino dentro i locali della città, si appresta a far conoscere al pubblico quelle che fin ora erano state le melodie segrete che hanno accompagnato le vicende di un gruppo di amici.

  Livthekid è il progetto acustico, chitarra e voce, di un giovane artista romano.

Attivo dal 2005, porta con sé un fagotto di canzoni minimali suonate con il cuore e cantate in inglese. Facendo capolino dentro i locali della città, si appresta a far conoscere al pubblico quelle che fin ora erano state le melodie segrete che hanno accompagnato le vicende di un gruppo di amici.

 Le liriche, come messaggi in bottiglia che attendono di esser colti da emozionali navigatori, una volta decrittate aprono all'ascoltatore storie legate dalla comune tematica della perdita di qualcosa di caro e importante. Storie di ordinaria sofferenza che però, vista nell'ambito del quotidiano, è fautrice sì di piccoli isolamenti, ma anche di crescite personali e maturazioni. Livthekid ha all'attivo vari demo ed EP (“Alone on the crest”, “3 songs and 9 t-shirts”) ed è attualmente impegnato con le registrazioni del suo primo full-length “A murder of crows”. Le note su cui si dipanano i suoi brani sono cullate da una voce quasi sussurrata e capace - anche per questo - di creare atmosfere di sicuro impatto intimistico.

 

Hellspite

Dopo aver passato diversi anni della sua vita suonando con alcuni gruppi punk-hardcore dell'ambiente romano, Emiliano realizza che è molto più facile, arrivato quasi ai 30, organizzare le prove nella solitudine della sua stanza piuttosto che cercare di mettersi d'accordo con altre quattro o cinque persone. Così imbraccia una chitarra acustica e nasce un nuovo progetto che prende il nome da un personaggio di un vecchio film del '63; e se prima cercava di portare un po' di Bob Dylan in un contesto molto più rumoroso, ora non riesce a nascondere le influenze dei Good Riddance e del resto del suo bagaglio affettivo.