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Il Dadaismo nacque in Svizzera, nel 1916, da un gruppo d’intellettuali che vi si rifugiarono per sottrarsi alla guerra. È considerato nel mondo artistico un periodo di transito, tra il Futurismo e appunto il Surrealismo.

La vita del Dadaismo fu breve, si diffuse in tutta Europa soprattutto in Germania e in Francia, ma rimase circoscritto nell’area europea. Nato con l’obiettivo di distruggere una concezione vecchia e desueta dell’arte, una funzione che svolse in modo eccellente con il proposito di una trasformazione. Ciò avvenne tra il 1922 e il 1924, quando il Dadaismo scomparve ed ebbe origine il Surrealismo. Questo movimento artistico prende piede appunto nel 1924 quando il poeta francese André Breton, principale esponente del movimento, redige il Manifesto del Surrealismo, chiedendosi come mai sul sogno ci si sia interessati così poco. Dallo stesso poeta il movimento è definito in questi termini: “Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale”. Il surrealismo si basa, infatti, sull’esaltazione dell’inconscio e del subconscio nell’ambito del processo creativo, perché solo senza le restrizioni della ragione l’uomo è libero di esprimere la parte più autentica del suo essere. Secondo Breton, bisogna cercare il modo di giungere a una realtà superiore (appunto una surrealtà), in cui conciliare i due momenti fondamentali del pensiero umano: quello della veglia e quello del sogno. L’automatismo psichico significa quindi liberare la mente dai freni inibitori, razionali, morali, eccetera, così che il pensiero è libero di vagare secondo libere associazioni di immagini e di idee. In tal modo si riesce a portare in superficie quell’inconscio che altrimenti appare solo nel sogno. Alla luce di ciò, è facile intuire l’influenza che ebbero gli scritti di Freud nel porre le basi teoriche del movimento surrealista.
La realtà a volte ci frega e ci rende ciechi. Può sembrare un paradosso ma non lo è, e di certo non lo è stato per Breton, Dalì, Miró, Magritte, De Chirico, Ernst e gli altri artisti che hanno abbracciato il surrealismo, dichiarando, attraverso le proprie rappresentazioni, guerra alla dittatura della ragione. L’arte surrealista ha il pregio di costringere lo spettatore ad andare al di là di ciò che l’occhio vede, per mostrare una realtà diversa che esiste in un universo che non può essere toccato, indefinibile come un sogno o il mondo reale visto con la fantasia e gli occhi di un bambino. Infatti, le immagini, piuttosto che le parole costituivano per gli artisti uno strumento privilegiato per poter rappresentare al meglio ciò che avviene nel sogno. Da questo hanno appreso l’insegnamento grandi artisti per creare le basi della corrente artistica del Surrealismo.
Gli artisti che hanno aderito alla nuova corrente artistica, si dividevano in due grandi blocchi, ovvero coloro che realizzavano degli accostamenti inconsueti e gli altri che erano autori di deformazioni irreali. Gli artisti che facevano parte del primo gruppo, nel raffigurare le proprie opere effettuavano una fusione di diversi elementi appartenenti a categorie distinte e separate, i quali nel mondo reale sarebbero stati difficili da conciliare. Mentre per gli artisti appartenenti alla categoria di deformazioni irreali, cambiavano completamente gli aspetti di ciò che raffiguravano nelle proprie opere, trasformandolo in tutt’altro, dando così vita a delle scene irreali.
Tra le tecniche usate dai surrealisti nelle proprie, si ricorda quella del cadavre exquis (cadavere squisito). Si trattava di un processo creativo che coinvolgeva più artisti contemporaneamente ed era applicato sia alla pittura sia alla poesia. Altre tecniche creative sono il dripping (di cui Pollock è il maggiore esponente), il collage, il frottage e l’assemblage. Da questo punto di vista tra i più creativi furono Max Ernst e Joan Mirò.

Fonte: www.arteworld.it, www.sapere.it, www.francescomorante.it, www.artonweb.it

“MIRO’! SOGNO E COLORE”
Joan Mirò (1893-1983)
A spasso nella Torino surrealista e metafisica