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Un libro, edito per festeggiare i 30 anni dalla nascita della Fondazione CRT, svela la “grande bellezza” di Palazzo Perrone di San Martino, sede della stessa fondazione, e  ne ripercorre per la prima volta oltre 300 anni di storia.

Un palazzo imponente e severo nella sua facciata esterna neoclassica  su via XX settembre a Torino, ma che a partire dallo scalone d’onore svela anche un volto barocco e rococò e poi ancora molti altri volti, che segnano  le svolte della sua storia: per finire alla grande, stupenda vetrata sul soffitto del salone centrale in puro stile art decò. Uno stile che si insinuò nel palazzo quando tra il 1920 e il 1930 fu rimaneggiato dalla gloriosa Cassa di Risparmio di Torino ( mai abbastanza rimpianta…) che ne aveva fatto la sua sede a partire dal 1883.

Ma vediamo che cosa ci narra il libro di questo scrigno di tesori. Il palazzo in principio fu dimora nobiliare, poi ospedale militare, sede dell’Ambasciata di Francia presso i Savoia fino all’Unità d’Italia, luogo di rappresentanza dell’antica Cassa di Risparmio di Torino e, infine, “casa della filantropia”, come l’ha definita il presidente Quaglia, diventando sede della Fondazione CRT.

 Curato dall’Associazione culturale Amici di Bene, pubblicato dall’Artistica di Savigliano in versione sia cartacea sia digitale, liberamente consultabile on line sul sito www.fondazionecrt.it insieme al tour virtuale 3D del Palazzo, il volume è frutto di due anni di minuziose ricerche negli archivi di istituzioni italiane ed estere da parte di un team di esperti e studiosi: Laura Facchin, Massimiliano Ferrario, Luca Mana e Attilio Offman. I loro  contributi scientifici, così come il suggestivo atlante iconografico di Pino Dell’Aquila, fanno piena luce su ogni dettaglio storico, artistico, architettonico del Palazzo, a partire dalle nuove scoperte sulle origini del casato dei Perrone di San Martino tra Ivrea e la Valle d’Aosta, grazie a una puntuale ricostruzione della genesi e dell’evoluzione dello stemma da parte di Attilio Offman.

Il libro mette ordine anche nella storia di questo palazzo, considerato dagli studiosi un unicum nel panorama dell’architettura e delle arti figurative della città: fu costruito negli ultimi decenni del Seicento ed acquisito dai Galliziano, casato appartenente al ceto mercantile in ascesa e di recente nobilitazione, che ne ebbe la proprietà dal 1690 al 1707.

Nei burrascosi anni a cavallo del XVII e XVIII secolo, gli anni dell’assedio di Torino da parte dei francesi ( 1706), su ordine diretto di Vittorio Amedeo II i Galliziano dovettero cedere il Palazzo in affitto (per 2.250 lire “di Piemonte annuali”) prima per ospitare i rappresentanti diplomatici della corona francese, giunti a Torino e ,dopo il ribaltamento dell’ alleanza da parte del Duca, nel 1704 per diventare un improvvisato ospedale militare in occasione dei successivi, drammatici eventi militari che condussero all’assedio della città di Torino.

Nel 1707, meno di un anno dopo il felice esito dell’assedio francese alla città di Torino, il Palazzo passò ai Perrone, conti di San Martino e baroni di Quart, antica famiglia eporediese. Il conte Carlo Filippo Perrone di San Martino acquistò la residenza per la cifra di 67.000 lire di Piemonte, e avviò una prima campagna di restauro e riplasmazione. Tuttavia, gli interventi più rilevanti che determinarono la fisionomia del Palazzo, elogiato nelle guide  sette-ottocentesche della città, si dovettero a Carlo Francesco Baldassarre Perrone di San Martino, diplomatico e poi ministro di Stato e reggente della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, su progetto dall'architetto Giovanni Battista Borra. Riccamente affrescato e arredato al suo interno, divenne uno dei più aggiornati ed eleganti palazzi torinesi. Nella prima metà dell’Ottocento e fino all’Unità d’Italia, oltre ad alloggiare la famiglia proprietaria all’interno della quale si distinse Ettore Perrone di San Martino, eroe della Prima Guerra d’Indipendenza, l’edificio fu sede dell’Ambasciata francese presso lo Stato Sardo.

Il Palazzo nella sua configurazione attuale è il frutto di una totale ricostruzione decisa nel 1929, quando, per mancanza di spazi, il Consiglio d’Amministrazione della Cassa di Risparmio di Torino decise l’acquisto del limitrofo settecentesco educandato, l’abbattimento di tutti gli edifici e la loro completa ricostruzione. Il progetto fu affidato all’ingegner Giovanni Chevalley, uno degli architetti più noti dell’epoca, che seguì l’edificazione del Palazzo cercando di riproporre i volumi e lo stile del precedente edificio in chiave eclettico-classicista. Della struttura originaria, ebbe cura di salvare i marmi e le decorazioni, così come gli affreschi delle sale che furono strappati, restaurati e rimontati nei nuovi ambienti decorati da stucchi neo rococò. 

Così il Palazzo San Martino offre ancora oggi ai visitatori diversi gioielli artistici, in particolare le opere del pittore piemontese Michele Antonio Milocco. Sua la firma degli affreschi appena restaurati sulla volta dello scalone di via XX Settembre “Apoteosi dei Perrone di San Martino”, quelli sulla volta della sala del Consiglio di Amministrazione “Divinità dell’Olimpo”, sulla volta della sala della vicepresidenza “Diana ed Endimione”, mentre sulle pareti dello scalone è possibile ammirare “Apollo e Dafne”, “Amorini con arco e faretra” e “Amorini con rami e corona di alloro”. Nell’accesso al Salone d’Onore, sempre del Milocco, figura il “Ratto di Proserpina”. Notevoli anche gli stucchi con motivi a valva di conchiglia, festoni e testine, il paracamino con stemma dei Perrone di San Martino, le paraste e colonne rivestite in marmi policromi, il motivo floreale stilizzato del pavimento in commesso di marmi, lo stemma Savoia fregiato dai collari degli ordini dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Santissima Annunziata, lo stemma della Cassa di Risparmio di Torino, la testa di medusa e  molto altro ancora compreso prezioso mobilio.

Come abbiamo detto, dal 1991 Palazzo Perrone è sede della Fondazione CRT che, in 30 anni di attività filantropica, ha ricordato il Presidente Quaglia  “ha supportato con oltre 2 miliardi di euro più di 40.000 progetti per l’arte, la ricerca, la formazione, il welfare, l’ambiente, l’innovazione in tutti i 1.280 Comuni del Piemonte e Valle d’Aosta.”

Palazzo Perrone di San Martino da dimora nobiliare a sede della Fondazione CRT, ed. L’Artistica, Savigliano, anno 2021

Autori: Attilio Offmann, Laura Facchin, Massimiliano Ferrario, Luca Mana; atlante fotografico, ideazione, progetto e coordinamento editoriale: Pino Dell’Aquila.