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Edoardo Servadio è un giovane artista 35 enne al quale recentemente la galleria romana Antonacci Lapiccirella Fine Art ha dedicato la prima personale dal titolo “2021 : ODISSEA NEL TEMPO”. La mostra, a cura di Michele Ferrari, è stata un progetto coerente e armonico, in cui gli spazi della galleria di via Margutta hanno  ospitato una serie di sculture bronzee di Servadio

in un un connubio inaspettato e sorprendente, in cui 14 opere d’arte antica dialogavano con altrettante opere contemporanee, dando vita ad un insieme di rimandi iconografici ed interessanti assonanze.

L’artista compone le sue sculture in bronzo patinato e dipinto  “in un dinamico gioco lineare di ritmo e di spazio ", ha scritto nella presentazione Michele Ferrari, “dove il colore diventa una vivace astrazione infantile, esplorando quasi ossessivamente il potenziale di un singolo metodo compositivo dominato da linee e angoli retti, genesi strutturale alla base del carattere Lapidario Moderno. Un font originale sviluppato come parte integrante di tutto il suo impianto grafico e comunicativo.”

Presentandosi come delle placche bidimensionali in bronzo patinato e dipinto dal forte impatto visivo, i Tombini di Edoardo Servadio sono il risultato di una creativa ma anche ben ponderata pratica artistica che rivisita interamente lo stemmario araldico peculiare ai 22 rioni e 35 quartieri che compongono Roma : stemmi esteticamente rielaborati in caso di una simbologia già esistente o creati ex novo dall’artista seguendo indagini e studi che intrecciano storia, fantasia, leggenda e geografia del territorio, una sorta di antropologia urbana. I Tombini fanno parte di un progetto più ampio, intitolato ‘Decoro Urbano’, che vuole riportare al presente luoghi e memorie della storia dell’Urbe.

Angoli e curve sono gli opposti geometrici di riferimento e spunto concettuale per la mostra, trovando sublimazione nel confronto di due opere molto differenti eppur cosi corrispondenti: il Profilo continuo di Renato Bertelli e l’Alfabeto Lapidario Moderno, il primo - un’opera futurista del 1933 - priva di angoli, il secondo - il nuovo carattere tipografico di Servadio - privo di curve, producendo insieme una dissonanza estetica unitaria nella sua diversità.

Le  28 opere esposte nei 28 giorni della mostra hanno composto un’affascinante evoluzione temporale dal II secolo d.C. al 2021 , una originale odissea nel tempo.

Influenzato anche dalle vedute di Roma di Gian Battista Piranesi , Servadio realizza , scrive ancora Michele Ferrari , “ un meticoloso processo di addizioni e riduzioni alle figurazioni di Gian Battista Piranesi, unitamente allo stemmario dell’Urbe, che  dona ai suoi lavori una seducente fantasia empirica che affonda le radici nella storia del territorio e di chi lo abita”.

Edoardo Servadio nasce a Genova nel 1986. Cresce a Roma tra il rione di Borgo e il quartiere Prenestino, e gira il mondo insieme alla madre Serafina, assistente di volo e raffinata esteta. Est e ovest, centro e periferia, si imprimono presto così nel suo immaginario, con le rispettive fisionomie e caratteristiche urbane. Frequenta l’asilo a Tokyo, dove resta colpito dal senso di decoro metropolitano e dall’estetica tradizionale e modernista del Giappone, e sempre più dall’oriente in generale, attraversando più volte città come Bombay, Bangkok e Rangoon. Negli Stati Uniti, già adolescente, frequenta Miami e New York, vivendo appieno la colorata ascesa della cultura anni novanta.

Nella foto in alto Edoardo Servadio R.VI PARIONE 2020 Bronzo patinato e dipinto

nella foto qui sotto : Edoardo Servadio :R. XII  RIPA 2020 Bronzo patinato e dipinto

 

https://www.alfineart.com/it/exhibitions/edoardo-servadio-2021/