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Definire se stesse attraverso un oggetto, uno soltanto: questa la spinosa domanda posta dal fotografo reggino Michele Brancati (classe 1977) ad alcune giovani donne invitate a posare nello spazio intimo e privato della sua camera da letto. Il risultato:sinuosi corpi femminili accostati ad un curioso susseguirsi di oggetti personali –ivi compresa una maschera di cavallo- possibile allegoria di quella istintualità animalesca insita nell’essere umano.

Questa l’idea alla base del progetto artistico “T.RAUM”, dal tedesco “Traum"- sogno e "Raum"-stanza, nato una sera di inverno del 2010 da un fortuito incontro creativo in un tranquillo pub berlinese nel quartiere turco di Neukölnn tra Brancati ed il pittore torinese Sabatino Cersosimo (1974); due italiani trasferitisi a Berlino attratti dal vivace fermento culturale della capitale tedesca. Immediatamente ispirato dalle fotografie di Michele, Cersosimo accetta la scommessa di tradurre queste ultime in pittura, affascinato dall’idea di confrontarsi con immagini volutamente fuori fuoco ed evanescenti, così distanti dal suo caratteristico tratto disegnativo e pittorico incisivo e spigoloso, che tanto ricorda le linee crude di Egon Schiele.

Animati dal desiderio comune di indagare e cogliere gli aspetti reconditi e sopiti della società contemporanea, anche a costo di smascherare le pulsioni più intime e nascoste dell’essere umano, da entrambi rappresentato senza idealizzazione alcuna, bensì crudamente, nella sua carnalità più viva, Brancati e Cersosimo presentano fisicità fortemente plastiche, differenziandosi profondamente nella rappresentazione del contesto “camera da letto”. Mentre il fotografo lo lascia appena intuire, mettendolo volutamente fuori fuoco e privilegiando la figura femminile in primo piano, immortalata in pose di rara intimità riflessiva, Cersosimo lo rende invece a tutti gli effetti, sia cromatici che spaziali, il coprotagonista della composizione. Egli lo delinea in maniera netta attraverso una linea geometrica e tagliente smorzata da luminose velature messe straordinariamente in rilievo dalla scelta -tipica di Cersosimo- di un supporto vivo come il legno di betulla. E’ proprio grazie a questo raffinato gioco di velature progressivamente sovrapposte ed alternate in maniera equilibrata a zone di pittura più compatta e ad interessanti inserti decorativi in colla a caldo, che l’artista ottiene un mirabile effetto di chiaroscuri a confine tra la luminosità naturale terrena e la rarefatta e pallida luce artificiale.

Quattro fotografie di Brancati, inserite cinematograficamente all’interno di un pannello storyboard, dialogano, alla luce radente di una torcia, con cinque oli su tavola di Cersosimo, nel contesto intimo e privato di una piccola stanza buia celata da un sipario. Il concetto di stanza, in tedesco “raum”, costituisce infatti, insieme alla volontà di riflettere sull’intimità dell’universo femminile, il fil rouge di tutto il presente progetto espositivo, nato nella minimalista camera da letto di Brancati, passato successivamente nello studio/stanza berlinese di Cersosimo, ed infine approdato nei locali della project room della galleria De Chirico, da sempre lo spazio più intimo di quest’ultima. Stanza concepita dai due artisti come un rifugio privato, raccolto, dove poter riflettere e creare liberamente, lontano da occhi indiscreti.