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I Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola ospitano una nuova grande mostra, dedicata al ruolo della donna negli anni che chiudono l’Ottocento e aprono il XX secolo,

in un percorso che proietta la società e l’arte verso la modernità.

Un percorso ricco di accostamenti tra dipinti, sculture, fotografie, macchine fotografiche d’epoca e abiti che prende l’avvio da alcuni capolavori di Giovanni Boldini e prosegue con un affondo dedicato alla Regina Margherita, per poi soffermarsi sulla donna dipinta da Zandomeneghi, Mario Cavaglieri, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Vittorio Amedeo Corcos, Giacomo Grosso, Cesare Maggi, Carrà, Pellizza da Volpedo, fino a Sironi, Modigliani e Picasso. A un anno dall’apertura dei Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco, con il patrocinio della Regione Piemonte torna a Domodossola la grande arte con la mostra Nel segno delle donne . Tra Boldini, Sironi e Picasso curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti che è il neo Conservatore dei Musei Civici.

La mostra si avvale di prestigiosi prestiti e della collaborazione dell’Istituto Matteucci. Un’esposizione che continua il lavoro intrapreso negli anni precedenti dal Museo volto alla riscoperta delle collezioni ossolane e del ruolo che la città di Domodossola ha avuto nel panorama nazionale e internazionale: dopo le mostre De Chirico De Pisis. La mente altrove e Balla Boccioni Depero. Costruire lo spazio del futuro, entrambe grandi successi di pubblico e critica, si indagano ora i decenni tra la fine dell’Ottocento e il primo quarantennio del Novecento attraverso gli occhi degli artisti che hanno saputo cogliere il ruolo della donna nella società, proiettandosi verso la modernità. La mostra espone oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, macchine fotografiche d’epoca, abiti e fotografie, poste fra loro in una serie di accostamenti che indagano le interconnessioni tra le varie manifestazioni della modernità, ponendo sempre al centro della ricerca la città di Domodossola che in questi decenni era più che mai viva protagonista del tempo.

Nel 1906, infatti, era stato inaugurato il traforo del Sempione che aveva aperto una via di comunicazione diretta con la Francia e di conseguenza con Parigi, capitale della Belle Époque. Un clima vivace e internazionale si respirava nella stessa Domodossola dove il Teatro Galletti ospitava il cinematografo e rappresentazioni di prosa e operistiche che attraevano pubblico da tutta la zona del Lago Maggiore - dove soggiornava la Marchesa Casati e dove si incontravano, tra gli altri, Umberto Boccioni, Arturo Toscanini, Daniele Ranzoni e Paolo Troubetzkoy - mettendo la città in connessione con le capitali moderne d’Europa.

P.G.

Info:
15 luglio - 11 dicembre 2022
Musei Civici Gian Giacomo Galletti
Domodossola (VB)
gio-dom, h. 10-13 / 15-19

nella foto: FEDERICO ZANDOMENEGHI, Signora che dispone i fiori (olio su tela 54,5 x 46 cm)

qui sotto: GIOVANNI BOLDINI, Ritratto di Mademamoiselle Marie-Louise Herrouett (67 x 60 ca), 1907 circa