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La realtà non è trasparente: è opaca, è densa. Roberto Mastroianni

 

La Raffaella De Chirico Galleria d’Arte è lieta di annunciare la mostra En el sueño de Polifilo” dell’artista argentino Ernesto Morales, che torna con un progetto espositivo intimamente legato alla letteratura ed all’universo onirico, patrocinato dall’Ambasciata Argentina in Italia.

 

En el sueño de Polifilo” l'artista presenta il suo ultimo ciclo di lavori, fino ad ora inediti ed interamente frutto del suo primo anno di residenza nella capitale sabauda, in cui si è trasferito definitivamente esattamente un anno fa, affascinato dall’atmosfera metafisica e riflessiva della città, portando avanti una proficua collaborazione con la galleria De Chirico, che lo rappresenta.

La mostra include sette opere inedite di grande formato, esposte nel salone centrale, tra cui “Mariposas en el bosque”, “Vacas migrantes en el bosque” e “Golondrinas en el bosque”, tutti olio su tela 2012,100x150 cm, ed alcuni lavori precedenti recentemente esposti a Rapallo, Antico Castello sul Mare, allestiti nelle salette laterali della galleria.

 

En el sueño de Polifilo” si presenta come una ricerca di purezza stilistica ed espressiva da parte di Ernesto Morales, che accetta la sfida di temi dalla forte natura spirituale e dalla imponente valenza simbolica e lo fa confrontandosi con un testo capitale per la tradizione esoterica e simbolica occidentale (“Hypnerotomachia Poliphili” di Francesco Colonna pubblicato nel 1499 da Aldo Manuzio il Vecchio).

Le serie pittoriche dell’artista argentino (ex. “Vacas Migrantes”, “Tiempos Migrantes”, “Mari Migranti”…), sono infatti vere e proprie sequenze narrative capaci di condensare, attorno ad una simbolica ricorrente, alcuni temi esistenziali come il viaggio, le migrazioni, l’esilio, la conoscenza e lo spazio dell’umano, elementi centrali nella riflessione di Morales, artista eclettico con alle spalle un ricco vissuto di indagine di luoghi e culture differenti.

 

Per l’artista argentino il reale è un’entità stratificata e merita di essere indagata in profondità con un’attenzione particolare, che sia in grado di svelarne la complessità e restituirla in una rappresentazione accessibile e universale. Questo è uno degli elementi cardine dell’estetica di Ernesto Morales, affrontato sia tecnicamente, sia simbolicamente. Dal punto di vista tecnico artistico, la pittura di Ernesto si presenta infatti come una ricerca sul figurale e il figurativo, sul colore e sulla luce, resa attraverso un magistrale uso del monocromatico capace ci condensare, al suo interno, una policromia di colori sovrapposti.

Dal punto di vista simbolico spirituale, invece, questa densità della realtà viene indagata attraverso una ricerca sul figurale e sul simbolico, indirizzata a rendere ragione di quella grammatica universale delle cose che ci permette di afferrarle e trasformarle in realtà, con la consapevolezza che essa è sempre più profonda e più complessa di quanto ci restituisca la nostra percezione. Insomma, la pittorica di Morales è uno schiaffo ad ogni “riduzionismo” e ad ogni “realismo ingenuo”, uno schiaffo che può essere sferrato solo da un erede di quel “realismo magico” latino americano, cresciuto alla scuola di Jorge Luis Borges.

 

Nel ciclo di opere inedite esposte nel salone centrale della galleria, Ernesto Morales, attraverso la rappresentazione delle foreste del “doppio sogno di Polifilo”, della mistica della luce e della simbolica solare delle farfalle, delle rondini e delle vacche, riesce a dimostrare che il limite tra l’universo simbolico e materiale è molto sottile e che gli elementi mitologici e spirituali sono parte integrante di una realtà, che solo una forma di “realismo magico” può restituire.

Questi semplici fattori sono stati magistralmente integrati con la ricerca cromatica, in modo da mettere in scena un paesaggio onirico dai tratti surreali, capace di presentarsi come un “tempio per l’uomo alla ricerca della luce”, come avviene nei quadri “Mariposas en el bosque” , “Vacas migrantes en el bosque” e “Golondrinas en el bosque”.

 

 

La mostra verrà accompagnata da un catalogo, dove sono pubblicate le sette opere inedite, con testo critico a cura di Roberto Mastroianni.

 

 

 

BIOGRAFIA

 

Nato nel 1974 a Montevideo, in Uruguay, Ernesto Morales si trasferisce da bambino a Buenos Aires dove compie i suoi studi ed in seguito diventa Professore di Belle Arti presso l’Academia Nacional de Bellas Artes. Successivamente consegue il Dottorato in Arti Visive presso l’Instituto Universitario Nacional del Arte.

Fino al 2006 un’intensa attività di ricerca didattica accompagna indissolubilmente il suo percorso artistico, che è fondamentalmente connesso all’universo della pittura, tecnica appresa ed approfondita anche attraverso l’affiancamento dei Maestri dell’Arte Contemporanea Argentina. Parallelamente sviluppa progetti espositivi in Sudamerica ed in Europa ed è anche coordinatore e curatore del Dipartimento di Arti Visive del Centro Cultural de la Cooperación di Buenos Aires.

Dal 2005 ad oggi Ernesto Morales ha esposto in diversi paesi del Sudamerica e dell’Europa, tra cui: Argentina (Buenos Aires, Mendoza, Cordoba, Salta, Jujuy); Italia (Roma, Milano, Pisa, Napoli, Genova, Torino, Rapallo); Francia (Parigi, Bordeaux, Toulouse, Bayonne); Spagna (Madrid, Barcellona, Bilbao); Germania (Colonia).

Attualmente vive a Torino e dal 2006 lavora tra l’Europa ed il Sudamerica.